Garzanti, Milano, 1976.
172 pagine.
La raccolta che segna una svolta importante nella carriera poetica di Pasolini: il distacco dalla pacatezza meditativa per l'effervescenza autobiografica e la polemica; l'abbandono della terzina dantesca per una struttura più libera e una pronuncia più aggressiva e provocatoria.
Note sull'autore: Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) è stato uno scrittore, poeta e regista italiano. È internazionalmente considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo.
Dotato di un'eccezionale versatilità culturale, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi come poeta, romanziere, linguista, giornalista e cineasta.
"A un giovane che affrontasse per la prima volta questo libro, si potrebbe forse dire: leggi anzitutto "Una disperata vitalità", e se da quel magma non ti senti alla fine stordito ed escluso, se riesci a cogliere il messaggio di angoscia ma anche di "disperata vitalità", appunto, che ne promana, allora potrai affrontare anche il resto, con la pazienza e la tenacia necessaria per accettarlo e capirlo; per rifiutarlo, anche, ma dopo averlo capito e dopo aver capito perché, nell'Italia del boom economico, ci si potesse sentire come un "gatto bruciato vivo", come "un serpe ridotto a poltiglia di sangue" e non solo per disposizione e situazione esclusivamente personale." (Dalla Prefazione di Edoardo Esposito).